Usa e getta

Non scende.

Rimane ai lati e macchia la ceramica bianca. Se ne sta lì. Rosso e denso. Un fiumiciattolo venoso che galleggia, con il suo plasma miscelato all’acqua.

Non scorre.

Non riesce a staccarsi dalla vita, da questo bagno in affitto, dalla schiuma chimica dello shampoo in offerta. Tre per due e qualsiasi componente in grado di procurare allergie alla cute. Galleggia lui, e lo vedo così perfetto per la prima volta. Un’ineluttabile prova del fallimento e del senso di colpa.

Fa fatica a farsi scarto, a sparire nel turbine dello sporco, della spirale centripeta che dovrebbe risucchiare dentro lo scarico qualsiasi cosa intercetti la sua orbita. Dov’è la forza di gravità quando non si vede? Perché ho i piedi immersi nel mio stesso sangue? 

È finita l’acqua calda, inizio a sentire freddo e mi rendo conto che lo scarico arrugginito di questa doccia è otturato.

La lametta usa e getta. Anche questa fa parte di una confezione otto più due. 

Anche lei è arrugginita. Non ricordo di averla già usata, per quello che ne so è la prima volta che la trascino in orizzontale sul polso sinistro.

Stamattina mi hanno detto: “Non ci sono più fondi. Purtroppo, è il sistema che crea queste condizioni. Fosse per noi. Fosse per noi. Sapessi. Ma in fondo sei ancora giovane. Ci sono tante opportunità che ti aspettano”.

Non scende, eppure un gorgoglio, come una tosse secca che sale dallo scarico, si sente. Percepisco un movimento, una vitalità che tenta di non soffocare. 

Ma che faccio adesso? Questa mistura liquida di sangue, acqua e schiuma, questo schifo vergognoso a cui si aggiunge il pianto, mi bagna le caviglie. 

Ci sono tante opportunità, in fondo. Potrei lasciar cadere la lametta, piegarmi leggermente e provare a sturare lo scarico con il palmo della mano. È un’opportunità. Oppure potrei chiudere l’acqua e aspettare che tutto svanisca nella spirale. Sarebbe una questione di fiducia. Aspettare che le cose scorrano, mentre mi accorgo che questa opportunità include anche l’emorragia che sto avendo. Scorrere senza applicare alcuna forza ulteriore. È un’opportunità.

Sì, questa mi convince. In questo modo la spirale, anche se lenta, porterà tutto via con sé. La forza di gravità, anche se invisibile, assolverà il suo compito.

Sì, questa è l’opportunità che mi stava aspettando.

Decido di chiudere il rubinetto, il gorgoglio dello scarico si fa più rumoroso, la sua tosse diventa grassa e l’odore venoso si mischia alla ruggine, si fa ruggine.

Tutto finisce nella spirale.

Ogni cosa scompare nel profondo.

Il senso di colpa, il sangue, l’acqua.

Il sistema, penso, è un’opportunità a cui non ti puoi sottrarre. 

Sapessi.

Sapessi com’è bello poter sparire lentamente.

Trascinata con forza centripeta dentro la fine. Come l’acqua, il sangue, la schiuma.

Una lametta che cade.

Usa e getta.

Un racconto di Erica Donzella

Illustrazione di Cartone

Lascia un commento