Un brav’uomo

Un brav’uomo. Lo hanno scritto davvero, guarda qua. Questi giornalisti sono senza vergogna.

«Ma sai che pare che lo fosse davvero? I vicini dicono che salutava sempre, sempre sorridente, e portava anche la spesa su per le scale all’anziana del terzo piano. Un tipo per bene.»

Ma per favore, dopo quello che ha commesso.

«D’accordo, ma fino a lì era stato il classico uomo tranquillo, onesto, lavoratore, sempre disponibile. Chi poteva prevedere?»

A onor del vero, pare che lei avesse paura. L’aveva già minacciata.

«Mah. Saranno le cose che si dicono sulla spinta della rabbia, dell’esasperazione, capita. Sono solo parole.»

È passato ai fatti, poi.

«Già. Non giustifico, è chiaro, però…»

Però cosa? Un atto mostruoso. L’unica vittima qui è lei, e i bambini, se vogliamo. Invece, a leggere i giornali sembra che lo sia anche lui, se non di più.

«Non esagerare. È che non può essere tutto bianco e nero, i media cercano di dare tutte le sfumature.»

Questo ha ammazzato l’ex moglie senza pietà, quattro colpi di pistola, l’ultimo a devastarle il volto quando già era morta. Che sfumature possono esserci oltre a quelle di sangue?

«Le sfumature… le ragioni, insomma, non è che ha deciso così di punto in bianco, bisogna vedere cosa lo ha portato a quel gesto. Un uomo per bene, appunto, hai visto le foto? Hai letto? Allenava la squadra dei pulcini, maschi e femmine insieme, i bambini lo adoravano. Non c’è un genitore che non abbia confermato.»

Ah, bè, allora, diamogli una medaglia.

«L’ironia mi sembra fuori luogo. Diciamo che quello che ha fatto è terribile, ma non significa che non fosse una bella persona.»

Chissà quelle brutte.

«E daje. Non puoi far finta di no. L’hai visto lo speciale sul Due? Hanno intervistato tutto il paese: il sindaco non se ne capacita. Il parroco che lo ha visto crescere, che li ha sposati, ha assicurato: un ragazzo d’oro, buono come il pane. Mai una parolaccia, mai alzato la voce, sempre pronto a dare una mano.»

Anche a metterle addosso, a quanto pare. Dai, buono anche il prete, quello che “Lei, invece, pace all’anima sua, una ragazza di carattere, impulsiva, con la risposta sempre pronta. A volte troppo”. Guarda: è scritto lì, sul giornale. Insomma, ancora una volta, è lei che se l’è cercata.

«Eh, ma ti scaldi subito. Non so perché fate così…»

Facciamo? Noi donne, vuoi dire? Sì, davvero, siamo insopportabili. E poi ci stupiamo che un uomo finisca per ammazzarci.

«Non mettermi in bocca cose che non penso. Dico solo che sono tutti pronti a testimoniare che era un brav’uomo, di buon carattere. Un padre modello, poi. Lo confermano tutti.»

Così tanto che l’ha ammazzata davanti agli occhi dei figli. Un esempio, proprio.

«Ma che c’entra, quello è stato un momento di… un raptus…»

Ah, no, non mi tirare fuori il raptus o sarò io a esplodere. Il brav’uomo si è procurato una pistola, ha aspettato che la moglie tornasse a casa dopo aver preso i figli a scuola. Era sicuro che non avrebbe fatto scenate davanti a loro, che lo avrebbe lasciato salire in casa. Perché i bambini non la vedessero scacciare il loro papà. E lui pensava solo a farla fuori.

«Ma che ne sai, cosa pensava, chi può saperlo? Non c’eravamo, lì, né in quel momento né nei mesi prima, chissà cosa ha passato. Non era più lui, dicono gli amici, la separazione gli era insopportabile. L’ho sentito alla radio. La paura di perdere i bambini. E anche lei, visto che era ancora innamorato…»

Questo per favore risparmiamelo, l’amore non c’entra nulla. Uno che decide di ammazzarti non sa nemmeno cosa sia, l’amore. Tra l’altro, non trovi ignobile che i giornali e le tv facciano a gara a buttare in pasto al pubblico le foto del matrimonio? Guarda qui: i selfie di coppia delle vacanze insieme, i baci… Ma stiamo scherzando? Si parla di un brutale assassinio, mica dell’anniversario di una coppia di vip.

«Sono le foto prese dal Facebook di lui. Erano stati una coppia, per lui lo erano ancora… No, okay, scusa, mi sono espresso male. Però, dai, è chiaro che non si può cancellare il fatto che si sono amati. In qualche modo, si può dire che altrimenti non sarebbe successa nemmeno la disgrazia, no?»

Quindi ribadiamo che la colpa è sua? Prima se l’è sposato e poi l’ha mollato. Chi è causa del suo mal…È questo che pensi?

«Sei tu che rigiri tutto per il verso sbagliato. Lui è ingiustificabile, siamo d’accordo. Però, insomma, lei non si è comportata sempre benissimo. Usciva già con un altro un mese dopo la separazione, c’è da pensar male, no?»

Quindi era una stronza fedifraga e se lo meritava? Perfetto, mi chiedo perché lo abbiano arrestato, allora.

«Non ho detto quello, solo che… insomma, anche l’uomo più buono del mondo, a lungo andare, tiri la corda, la tiri ancora, finisce che si spezza. Ha fatto una cosa terribile, io non potrei mai, mi conosci, ma, insomma, non è un gesto spuntato dal nulla. Ci sono degli episodi pregressi. Non guardarmi così, penso solo che il delitto non cancelli il fatto che lui fosse un tipo per bene. Lo ripetono tutti, un pezzo di pane. Ma chi lo sa… la rabbia e il dolore fanno sragionare.»

Ah, scusa, adesso ho capito. Fortunata lei che aveva sposato un uomo buono, pensa se le fosse capitato cattivo. Vabbè, dai, con questa, torno a lavorare, che è meglio.

Enzo, pago cappuccino e brioche e il giornale te lo lascio lì sul tavolo, anche se starebbe meglio nell’immondizia.

Sì, sì, ho capito, esagero. D’altronde lo sai come siamo fatte, no?

Un racconto di Marezia Ori

Illustrazione di Elleppi

Lascia un commento